Fermi a fotografare chi chiede aiuto

Una domanda che aiuta a riflettere sul senso del nostro fare e non fare quando ci potremmo trovare di fronte a situazioni estreme. Ma che ci interpella tutte le volte che apriamo il giornale, vediamo una foto, guardiamo un film o un telegiornale.

Il tutto nasce da un articolo su TheGuardian dal tilolo “‘I was gutted that I’d been such a coward’: photographers who didn’t step in to help

Visti i problemi di lingua riporto l’articolo sul Corriede della Sera del 29 luglio 2012.

Tra i due articoli non v’è paragone e sarebbe meglio leggere la versione inglese, ma l’inglese non è alla portata di tutti.

Fermi a fotografare chi chiede aiuto

Dalle violenze in casa ai bimbi denutriti: davanti a persone che soffrono è giusto che un reporter non intervenga?

Dal nostro inviato DAVIDE FRATTINI

TEL AVIV – La bimba striscia incurvata dalla fame, cerca di raggiungere un centro di aiuto, è il Sudan annientato dalla carestia. Un avvoltoio la pedina, prende tempo: se la piccola perde, lui vince. Kevin Carter passa mezz’ora con l’obiettivo puntato sulla scena, l’indice pronto a scattare, spera che l’uccello apra le ali, vuole ottenere un effetto ancora più drammatico. «Ho aspettato e aspettato, alla fine ho fatto la foto, ho cacciato via l’avvoltoio con una pedata e me ne sono andato». L’immagine viene pubblicata sulla prima pagina del New York Times, nel maggio del 1994 Carter vince il Pulitzer, quella bambina diventa la sua ossessione. Perché tutti vogliono sapere se sia riuscita a salvarsi. «Non ne ho idea, me ne sono andato sotto un albero a piangere, parlare con Dio e pensare a mia figlia», risponde il reporter sudafricano. Lo accusano di essere lui il predatore. Due mesi dopo aver ricevuto il premio che potrebbe spalancare la sua carriera, Carter decide di chiuderla. Lascia un biglietto sul sedile del pick-up rosso dove si uccide: «Sono perseguitato dai ricordi degli omicidi e dei cadaveri e della rabbia e del dolore… dei bambini affamati o feriti, degli uomini folli dal grilletto facile, spesso la polizia, dei boia».

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