Referendum elettorale (2).

Da Corriere della Sera –  Sezione: Italians (30 giugno, 2007)

La casta non si batte col referendum

Caro Beppe e cari Italians,
vorrei spiegarvi perché io, politologo che ha sempre appoggiato i referendum elettorali per il maggioritario negli anni ’90, non firmo e non voterò per il nuovo referendum elettorale che tu Beppe sostieni assieme a molti altri. Anzitutto, i referendum sono 3 e non uno. Dei tre quesiti uno solo è condivisibile, quello che impedisce le multicandidature dei leader in vari collegi. Gli altri due mirano a dare un premio di maggioranza molto consistente, vicino ai 2/3 dei seggi parlamentari, alla SINGOLA lista che collezionasse più voti, A PRESCINDERE da quanti voti reali questa abbia preso. In questo il referendum è peggio della Legge Acerbo (che dava il 65% dei seggi alla singola lista di maggioranza relativa che avesse conseguito almeno il 25% dei voti reali) e della cosiddetta Legge Truffa (che dava il 65% dei seggi alla singola lista o all’alleanza di liste che avesse conseguito almeno il 50,1% dei voti reali). Quindi il referendum sanzionerebbe soprattutto la fine delle alleanze politiche, che non sono previste, per costringere tutti i partiti a fondersi in due contrapposti, che avrebbero dentro di tutto. Sul versante del Centrosinistra, di certo rimarrebbe fuori una fetta consistente – dal momento che i Ds hanno appena subito una forte scissione alla loro sinista – e dunque le elezioni le vincerebbe il partito maggiore di destra. Scusatemi, ma di avere un Parlamento in cui i 2/3 dei seggi siano parlamentari eletti in Forza Italia oppure nel partito unico Fi-An, io proprio non ne ho voglia. Ma non vorrei nemmeno un Parlamento dove i 2/3 dei seggi siano del PD, beninteso! Si resterebbe in democrazia, certo, ma al prezzo della fine della critica, se non come diritto di tribuna. Non sono pregiudizialmente contro gli alti livelli di sbarramento alla Camera (4%) e al Senato (8%) che i referendum introdurrebbero, ma forse l’8% è un tantinello alto? Cmqe, fosse solo quello il problema, per me andrebbero anche bene. Oltre a ciò, i tre referendum nulla fanno contro l’aspetto più vergognoso dell’attuale legge porcellum, l’impossibilità per l’elettore di esprimere UNA preferenza. Rimarrebbero le liste bloccate e la cooptazione dei parlamentari fatte dalle segreterie dei partiti. La casta, caro Beppe, la si abbatte in altro modo. Così le si dà una cambiale in bianco.
Sciltian Gastaldi , scrivimi@sciltiangastaldi.com

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